Emanuele Coccia è un filosofo italiano di fama internazionale, noto per il suo approccio innovativo e interdisciplinare che intreccia filosofia, ecologia e antropologia.
Nato a Fermo nel 1976, Coccia ha intrapreso un percorso accademico caratterizzato da un’intensa riflessione sui temi della natura, della vita e delle connessioni tra il mondo umano e quello non umano. Le sue opere hanno contribuito a ridefinire il nostro rapporto con l’ambiente e con le altre forme di vita, ispirando un dibattito culturale che supera i confini accademici.
Emanuele Coccia ha studiato Filosofia presso l’Università degli Studi di Firenze, dove ha sviluppato un interesse per il pensiero medievale e rinascimentale, in particolare per l’opera di filosofi come Tommaso d’Aquino e Marsilio Ficino.
Successivamente, ha conseguito un dottorato in Filosofia presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales (EHESS) di Parigi, una delle istituzioni più prestigiose per gli studi avanzati nelle scienze umane e sociali.
Dopo aver lavorato come ricercatore e docente in varie università europee, Coccia si è stabilito a Parigi, dove è attualmente professore presso l’École des Hautes Études en Sciences Sociales.
La sua carriera accademica si distingue per un approccio non convenzionale, che combina filosofia, storia dell’arte, estetica e scienze naturali, ponendo al centro del suo lavoro questioni fondamentali sulla vita e il mondo naturale.
Coccia è noto per la sua capacità di coniugare complessità filosofica e chiarezza espressiva, rendendo accessibili temi profondi a un pubblico ampio.
Vuoi contattarlo? emanuele.coccia@ehess.fr
da LA VITA DELLE PIANTE metafisica della mescolanza
…” Vivere è essenzialmente vivere della vita altrui: vivere nella e attraverso la vita che altri hanno saputo costruire o inventare. … Solo le piante contravvengono a questa regola topologica di autoinclusione. Non hanno bisogno, per sopravvivere, della mediazione di altri esseri viventi, e non la desiderano. Esigono solo il mondo, la realtà delle sue componenti più elementari: le pietre, l’acqua, l’aria, la luce. …
La vita vegetativa (psychè trophiké) per l’aristotelismo dell’antichità e del medioevo non è semplicemente una classe distinta di forme di vita specifiche o un’unità tassonomica separata dalle altre, ma un luogo condiviso da tutti gli esseri viventi, indifferente alla cesura tra piante, animali e uomini. E’ il principio tramite il quale “la vita appartiene a tutti”! …
Le piante, la loro storia, e la loro evoluzione mostrano che sono invece i viventi a produrre l’ambiente in cui vivono piuttosto che essere obbligati ad adattarvisi. Esse hanno modificato definitivamente la struttura metafisica del mondo.”
due chiacchere con EMANUELE COCCIA