Errai nell’oblio della valle tra ciuffi di stipe fiorite, tra querce rigonfie di galle; errai nella macchia più sola, per dove tra foglie marcite spuntava l’azzurra viola; errai per i botri solinghi: la cincia vedeva dai pini: sbuffava i suoi piccoli ringhi argentini. lo siedo invisibile e solo tra monti e foreste: la sera non freme d’un grido, d’un volo. lo siedo invisibile e fosco; ma un cantico di capinera si leva dal tacito bosco. E il cantico all’ombre segrete per dove invisibile io siedo, con voce di flauto ripete, Io ti vedo?