Le chiome degli alberi si stagliano verso il cielo come un intreccio vivente di braccia e dita, un mosaico naturale di foglie, rami e luce. Sono mondi a sé, sospesi tra terra e cielo, dove si intrecciano storie di crescita lenta e inesorabile. Ogni chioma è un rifugio: per uccelli che vi costruiscono nidi, per insetti che vi danzano nel sole, per muschi e licheni che vi trovano una casa silenziosa.
Dalla prospettiva del suolo, sembrano un tetto protettivo, ma dall’alto rivelano una trama intricata, fatta di ombre e spazi vuoti, che filtra il sole e crea un microcosmo pulsante. Sono il polmone verde del pianeta: respirano con lentezza, scambiando aria e luce per alimentare la vita.
Ogni chioma racconta la storia dell’albero che la sostiene: un faggio si apre in una cupola imponente, un pino svetta con eleganza essenziale, un salice si riversa in lacrime verdi verso la terra. Guardandole, si può leggere il carattere della foresta, la sua vitalità e la sua lotta incessante per abbracciare il cielo.
Attraverso un approccio interdisciplinare un gruppo di ricercatori del Forest & Nature Lab, Department of Environment, Ghent University, Melle-Gontrode, Belgium, integrando dati empirici e modelli teorici tenta di rispondere a domande chiave sul funzionamento degli ecosistemi e per offrire nuove prospettive utili alla conservazione della diversificazione delle specie.